Sedazione cosciente

È una tecnica relazionale e farmacologica che aiuta il paziente ansioso ad affrontare la terapia in uno stato di benessere psico/fisico. La riduzione dell’ ansia (L’ansiolisi) prevede che il paziente sia sveglio e in costante contatto con l’ambiente e il medico che induce (consiglia) delle immagini positive che accrescono la calma e la fiducia in se stesso e negli altri.

 

Come avviene? Comporta dei rischi?

Avviene attraverso lo stabilirsi di una relazione di fiducia tra la persona-medico e la persona-paziente e con l’ausilio di farmaci ansiolitici comuni per le terapie più lunghe e invasive. Con questa tecnica la salute del paziente è particolarmente tutelata dagli eventi derivanti dalla paura e dall’ansia. Queste emozioni negative sono all’origine di numerosi episodi sgradevoli che sono alla base delle cosiddette brutte esperienze che si fanno dal dentista.

 

Instaurazione di un rapporto di fiducia

Molti pazienti odontofobici raccontano di essere stati traumatizzati in passato da un abuso di fiducia del proprio dentista. Questo episodio può risalire già a molti anni prima, ad esempio un trattamento eseguito da un dentista scolastico poco comprensivo o brusco. Ma anche una rassicurazione data alla leggera dal dentista: "Non farà assolutamente male" e rivelatasi poi ingannevole basta già a distruggere la fiducia e ad avere in definitiva un effetto traumatico.

Da ciò si può facilmente desumere che un trattamento odontoiatrico di pazienti ansiosi può avere buone probabilità di successo solo se il paziente è in grado di avere piena fiducia nel proprio dentista, dal quale si attende non solo un lavoro ineccepibile, ma anche informazioni chiare ed affidabili circa il trattamento previsto nonché attenzione, pazienza e comprensione per le proprie paure. Queste esigenze mettono a dura prova il dentista stressato dai ritmi frenetici della quotidianità ambulatoriale. Oltre a pazienza e formazione psicologica ci vuole anche una grande capacità di immedesimazione per comprendere appieno le paure del paziente e guadagnare così la sua fiducia. 

 

Ambiente rilassante

Per il paziente fobico lo studio dentistico si presenta come un luogo saturo di tutte le esperienze già fatte in passato. Il condizionamento negativo del paziente ansioso, che reagisce agli stimoli fobici, deve perciò essere minimizzato adottando precauzioni adeguate. Studi chiari, ampi e luminosi risultano meno opprimenti per i pazienti fobici rispetto a locali più oscuri, magari con sola illuminazione artificiale. Anche l’arredamento dello studio, compresi quadri, piante ecc., dovrebbe ispirare un atteggiamento positivo.

È inoltre da evitare che il paziente in attesa sia raggiunto dagli spiacevoli rumori (trapano, aspiratore) e dai tipici odori (disinfettante ecc.) causati da un trattamento in corso. Lunghi tempi di attesa favoriscono in genere l’intensificarsi della paura e devono perciò essere evitati se appena possibile. La sala d’attesa deve offrire una gamma di letture diversificate per distrarre il paziente.

 

Trattamento delicato e non stressante

Oggigiorno un trattamento delicato ed indolore dovrebbe essere un’ovvietà, e non solo per i pazienti odontofobici. L’efficacia dell’anestesia locale è ormai così perfezionata che non solo i trattamenti dentistici ma anche interventi più importanti possono essere effettuati in modo completamente indolore.

La paura del fallimento dell’anestesia ("l’iniezione non funziona") è effettivamente infondata, dato che con un’applicazione corretta si ottiene quasi sempre un’anestesia sufficiente (per es. di un dente). Dato però che molti pazienti odontofobici soffrono della paura degli aghi, è necessario usare particolare cautela nel somministrare l’iniezione anestetica.

Per minimizzare il dolore della puntura si sono dimostrati efficaci i seguenti metodi:

  • Preanestesia del sito della puntura con gel anestetico o spray ipotermizzante (ghiaccio spray)

  • Uso di aghi estremamente sottili

Un trattamento "delicato" richiede però anche personale addestrato e comprensivo, che riconosca tempestivamente i desideri del paziente, per es. se desidera fare una pausa nel trattamento oppure sciacquarsi la bocca. Molti pazienti paurosi inoltre apprezzano molto l’uso durante il trattamento di cuffie acustiche, che escludono lo spiacevole rumore del trapano ed emettono una gradevole musica rilassante.

Per la maggior parte dei pazienti odontofobici, tuttavia, queste misure non sono sufficienti a far loro superare un terrore del dentista che all’inizio è spesso estremo. Per esperienza sappiamo che la sedazione (effetto calmante) con protossido d’azoto o sedativi rappresenta spesso un complemento ideale delle misure elencate più sopra.

 

Il colloquio preliminare

In linea di massima la prima consultazione con pazienti fobici nel nostro studio non ha mai luogo nella sala di trattamento, bensì in una stanza di consultazione dall’aspetto neutrale, completamente priva di strumenti odontoiatrici. Qui, in un’atmosfera tranquilla e rilassata, il paziente può esporre all’operatore il proprio caso ed esternare i propri timori. In seguito l’operatore gli illustrerà il successivo svolgimento della visita e lo accompagnerà infine nella sala di visita. Con il colloquio preliminare abbiamo fatto ottime esperienze, perché rende al paziente molto più facile parlare delle proprie paure e costruire un primo rapporto di fiducia con l’operatore.

 

La visita

Molti pazienti odontofobici, dopo aver sfuggito per anni il trattamento dentistico, presentano seri danni a denti, gengive e parodonto. Perciò è necessaria una visita approfondita, effettuata però in modo da stressare il meno possibile il paziente fobico. Sin dall’inizio deve essere chiaro che il giorno dell’esame non avrà luogo alcun trattamento, a meno che il paziente non lo desideri esplicitamente, per es. in presenza di dolore acuto.

Nella maggior parte dei casi viene effettuata innanzitutto una radiografia panoramica (ortopantomografia o OPT), che permette di avere una buona visione d’insieme di tutti i denti e delle strutture anatomiche adiacenti.


COLLOQUIO CONCLUSIVO

L’operatore spiega al paziente e discute con lui le varie alternative di trattamento. Il paziente riferisce le proprie esperienze con il protossido di azoto somministrato per prova. Ora è in grado di farsi un’idea vicina alla realtà dello svolgimento di un trattamento dentistico sotto l’effetto delle tecniche ansiolitiche.

Dentista e paziente stabiliscono quindi insieme quali fasi del trattamento dovranno eventualmente aver luogo in sedazione.  

 

 

Trattamento di pazienti ansiosi con sedazione

 
 

Il termine sedazione viene dal verbo “sedare“ cioè calmare, tranquillizzare. Con esso si designa un rilassamento del sistema nervoso centrale che mette il paziente in uno stato di calma ed tranquillità. Il grado di sedazione può variare da un leggero effetto tranquillizzante fino al dormiveglia. A differenza di quanto avviene con la narcosi, il paziente rimane cosciente e mantiene la respirazione autonoma ed i riflessi protettivi.

Numerosi interventi medici che possono essere sentiti dal paziente come spiacevoli o dolorosi, per es. gastroscopie o colonscopie, sono spesso effettuati sotto sedazione. La sedazione è ormai parte integrante anche dell’odontoiatria, e costituisce per i pazienti fobici una valida alternativa al trattamento in anestesia totale.

Per i pazienti ansiosi sono disponibili in linea di massima due tipi di sedazione:

  • Sedazione per via inalatoria con protossido di azoto

  • Sedazione farmacologica con tranquillanti

 

Sedazione per via inalatoria con protossido d’azoto

 
 

Il paziente odontofobico inspira attraverso una mascherina nasale una miscela di protossido di azoto ed ossigeno. Le cuffie acustiche, che escludono anche i fastidiosi rumori del trattamento, emanano una dolce musica rilassante. Già dopo le prime inspirazioni un leggero formicolio alle mani ed ai piedi indica l’instaurarsi dell’effetto del gas. A questo punto la paura lascia il posto ad una piacevole sensazione di benessere e sicurezza.

il paziente si trova in una specie di trance che la allontana da quanto avviene intorno, e segue pensieri e fantasie stimolanti e gradevoli grazie ai quali il tempo sembra volare. Allo stesso tempo la sensibilità al dolore e gli spiacevoli riflessi di deglutizione e di vomito sono fortemente ridotti.

Il protossido d’azoto, chiamato anche gas esilarante, formula chimica N2O, è usato in medicina da oltre 150 anni ed è il gas anestetico più antico e meglio studiato. Non a caso è stato un dentista – l’americano Horace Wells – a scoprire nel 1844 l’effetto anestetico di questo gas incolore dall’ odore leggermente dolciastro. 

 

Effetto analgesico (antidolorifico):

il trattamento con protossido d’azoto alza nettamente la soglia di sensibilità al dolore. Il paziente avverte appena gli stimoli dolorosi minori. L’iniezione per l’anestesia locale, spesso avvertita come spiacevole, può ad esempio essere praticata senza che il paziente percepisca il dolore della puntura. Anche se la sedazione con protossido di azoto non può sostituire l’anestesia locale, grazie al suo effetto analgesico è necessaria una quantità di anestesia locale nettamente minore che per pazienti non sedati.

 

Effetto ansiolitico (che attenua la paura):

nella maggior parte dei pazienti odontofobici la sedazione con protossido di azoto ha un pronunciato effetto di attenuazione dell’ansia (ansiolitico). La

paura e la tensione originarie lasciano il posto ad un gradevole stato di trance che permette di sopportare facilmente anche interventi lunghi e difficili. Inoltre dato che il protossido di azoto stimola pensieri e fantasie piacevoli, la durata del trattamento sembra al paziente soggettivamente più breve.

 

Effetto antiemetico (che previene il vomito):

l’insorgere di conati di vomito durante i trattamenti odontoiatrici è un problema comune, specialmente nella fobia dentale. Sotto sedazione con protossido d’azoto questo stimolo al vomito è grandemente ridotto. Solitamente anche procedure delicate, come la presa di un’impronta o una radiografia della parte posteriore della cavità orale, diventano così possibili senza grandi problemi. In presenza di conati particolarmente intensi il protossido di azoto può essere abbinato ad un farmaco antiemetico (efficace contro i conati di vomito).

 

Il protossido d’azoto nell’odontoiatria

 
 

Il protossido di azoto si usa con successo in odontoiatria da oltre 150 anni. In passato, quando non si disponeva di un’anestesia locale efficace, risultava particolarmente importante la proprietà di questo gas di alleviare il dolore, mentre oggigiorno è l’effetto ansiolitico ad essere in primo piano. Negli USA, dove oltre il 50% dei dentisti impiega protossido di azoto, e negli altri paesi anglofoni nonché in Scandinavia, la sedazione con protossido d’azoto fa parte del repertorio standard di molti dentisti. Inoltre il protossido di azoto non viene impiegato solo per i pazienti più ansiosi, affetti da odontofobia / oralofobia, ma grazie ai suoi piacevoli effetti è apprezzato anche da pazienti che non si considerano necessariamente paurosi. Anche in odontoiatria pediatrica la sedazione con protossido di azoto rappresenta un valido aiuto nel trattamento di bambini impauriti ma collaborativi, che devono cioè accettare la necessità del trattamento odontoiatrico previsto. Il protossido di azoto è inadatto invece per gli "irriducibili" ed i bambini al di sotto dei sei anni, che non sono in grado di respirare consapevolmente attraverso il naso.

 

 
Vantaggi del protossido d’azoto

Un enorme vantaggio della sedazione con protossido di azoto consiste nella perfetta regolabilità della procedura: l’effetto ansiolitico inizia immediatamente con i primi respiri e la profondità della sedazione può essere calibrata in qualsiasi momento modificando il rapporto della miscela protossido di azoto/ossigeno. Al termine del trattamento l’afflusso di protossido di azoto viene interrotto ed il paziente respira per alcuni minuti dell’ossigeno puro. Dato che non viene assorbito nel metabolismo, in brevissimo tempo il protossido d’azoto viene completamente espirato ed eliminato dall’organismo, senza provocare i postumi (effetto "hangover") di altri sedativi, che restano in circolo e continuano ad agire per ore. A differenza di tutti gli altri metodi di sedazione il paziente può perciò lasciare lo studio dentistico senza accompagnatore. Negli USA, dove come è noto la normativa che regola la responsabilità civile è severissima, al paziente viene permesso persino, dopo un tempo di attesa di appena 15 minuti, di tornare a casa guidando il proprio veicolo. Per ragioni di sicurezza tuttavia, dopo un trattamento con protossido di azoto noi consigliamo di usare i mezzi pubblici.

Un ulteriore vantaggio decisivo è la sicurezza del procedimento, che se applicato correttamente non provoca praticamente alcun effetto collaterale, a parte un’occasionale nausea. 

Come per qualsiasi altro farmaco, anche per il protossido d’azoto vi sono alcune, anche se poche, controindicazioni, cioè circostanze che ne sconsigliano l’uso: 

  • Gravidanza: soprattutto durante il primo trimestre non è opportuno somministrare protossido d’azoto 

  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)

  • Carenza di vitamina B12

  • Difficoltà di respirazione attraverso il naso

Il protossido di azoto può creare problemi a pazienti fortemente claustrofobici, che potrebbero sentirsi oppressi dalla maschera nasale e non tollerarla. Inoltre le vie respiratorie nasali non devono essere ostruite in modo da consentire l’inalazione del gas attraverso il naso.


 

Il protossido d’azoto nella terapia della fobia dentale


 
 

Nel contesto della nostra filosofia, che mira ad eliminare durevolmente la paura del dentista, il protossido di azoto è uno strumento praticamente perfetto. 

A differenza dell’anestesia generale grazie al protossido di azoto il paziente attraversa il trattamento senza paura e in completa distensione pur rimanendo pienamente cosciente, anche se si tratta di uno stato di coscienza modificato, cosa di estrema importanza ai fini terapeutici.

Già la buona riuscita del test preliminare con protossido d’azoto in occasione della prima visita fa sì che il paziente abbia nettamente meno paura della prima seduta di trattamento. Dopo il primo trattamento sotto protossido di azoto, infatti, il paziente ha potuto constatare che la sedazione funziona, aiutandolo a superare la propria fobia dentale.In tal modo si spezza il circolo vizioso formato della "paura dellapaura". L’esperienza ha indicato che molti pazienti di seduta in seduta necessitano di sempre meno protossido di azoto, fino a rinunciare spontaneamente alla sedazione.

Così abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, cioè vincere la dentofobia ed essere in grado perciò di trattare i pazienti in modo del tutto normale senza alcuna sedazione.

 

Sedazione con Valium

In odontoiatria si sono affermati anche altri metodi di sedazione farmacologica in alternativa al protossido d’azoto, con buoni risultati. Di solito si tratta di principi attivi della classe delle benzodiazepine, che trovano impiego da decenni come tranquillanti. 

I preparati più noti sono:

  • En® (principio attivo delorazepam)

  • Valium® (principio attivo diazepam

Nel nostro studio i pazienti ansiosi (odontofobia / oralofobia) vengono sottoposti da molti anni a trattamenti sotto sedazione con Valium, in molti casi con somministrazione supplementare di protossido di azoto.

 

Come viene somministrato Valium?

Per via orale: sotto forma di gocce o sciroppo (per bambini) circa 30 minuti prima del trattamento

Per endovena: tramite iniezione o infusione immediatamente prima del trattamento.

 

Il soggetto valutato con test specifici per l’ansia è risultato odontofobico e necessita di un piano di trattamento veloce e con pochi appuntamenti; questo è uno dei grandi vantaggi della sedazione cosciente applicata nella pratica odontoiatrica e non solo con la chirurgia implantare ma anche nelle sedute di riabilitazioni protesiche e di conservativa che richiedono diverse ore di collaborazione dei nostri pazienti. Gli obiettivi della sedazione sono la riduzione (o abolizione) dell’eccitamento e del- l’ansia, l’induzione di COMFORT nel paziente, l’induzione di COMFORT negli operatori, riduzione o eliminazione delle reazioni da STRESS e ultimo, ma fondamentale per il successo delle riabilitazioni complesse, l’elevato gradimento del paziente.

Il comfort o confort è una sensazione puramente soggettiva percepita dall'utente, nell'ambiente di lavoro o in determinate condizioni di servizio e serve ad indicare il "livello di benessere" percepito. Nei casi di pazienti dove è stata praticata la sedazione cosciente il livello di comfort è ai massimi livelli. Infatti questa pratica è ideale con pazienti a rischio: cardiopatici, ipertesi, epilettici, diabetici, indispensabile per curare portatori di handicap.

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